PISTOIASETTE

La leggenda Mario Boni e il sindaco Baroncini esaltano il ritorno del grande basket a Montecatini prima del derby di finale

  • CRONACA
  • 18:54, 27/05/22
  • di Alberto Maria Cambuli

Si avvicina il momento, sale la tensione. Era tanto tempo che la Montecatini della palla a spicchi non tornava a farsi sentire come dovrebbe una piazza storica italiana. Domenica inizieranno ufficialmente i playoff di Serie C Gold Toscana, dove saranno Gema ed Herons a girare l’ultimo atto di un film incredibile per la storia della città. Vada come vada, Montecatini il 12 giugno avrà una squadra in Serie B e questo di per sé sarà già un successo per la città e il movimento cestistico termale. Dopo tanti mesi di battaglie, frecciatine, vittorie, sconfitte, proteste e passione, il momento è ormai arrivato e tutta la città non vede l’ora di partecipare alla storia. Prima dell’evento sportivo dell’anno a Montecatini Pistoiasette.net è andata a trovare una leggenda rossoblù, Mario Boni, e il Primo Cittadino Luca Baroncini, per capire l’importanza del derby per la città e i suoi abitanti.

Domenica si prospetta una serata importantissima per Montecatini con il record di incassi annuale al botteghino. Possiamo dire Mario che è tornata la pallacanestro a Montecatini?

“Il ritorno del Presidente Luchi ha riportato entusiasmo nel trovare altre risorse per avere due squadre che lottino alla pari, rendendo grande visibilità alla pallacanestro di Montecatini. La città è tornata a parlare di basket grazie agli investimenti di queste due grandi squadre. Non era semplice riportare interesse alla piazza dopo questi due anni difficili, invece Gema e Herons ci sono riuscite. Alla fine per creare il clima serve la rivalità, avere un avversario da battere. In Italia basti pensare a Virtus e Fortitudo”.

Quanto serve quindi tornare a vivere un derby vero alla piazza come era quello ad esempio tra Pistoia e Montecatini?

“È determinante tornare a vivere un derby. Sfottò e rivalità sono quelle che trainano una squadra in modo fondamentale. Pistoia, ad esempio, ha fatto una bellissima stagione, Sambugaro e Stefano su tutti, ma non c’è il pubblico delle grandi occasioni perché manca una vera rivalità e un motivo per tornare a vedere le partite al Palazzetto”.

Sul campo invece quali pensi siano le differenze tra Herons e Gema?

“Sul campo vedo le due squadre concettualmente come Bologna e Milano. Da una parte c’è Gema che si affida alla leadership dei giocatori di grande esperienza come la Virtus, dall’altra una Herons che è trainata dall’esperienza di Barsotti come l’Olimpia con Messina. È molto bello vedere le due filosofie opposte scontrarsi in questo derby in finale”.

Signor Sindaco, quanto ha fatto bene al basket e alla città di Montecatini questo scontro Herons-Gema che culmina nella finale playoff?

“Io tifo Montecatini a prescindere da chi vincerà questa finale. La prima soddisfazione è che due squadre della città siano arrivate in finale, a dimostrazione di un ottimo lavoro di entrambe le società. L’anno prossimo avremo sicuramente una squadra in Serie B e questo ci crea ulteriore soddisfazione. Avere due squadre sicuramente ha fatto da una parte piacere per il clima di entusiasmo che si è creato per il basket della città, tornato a nuova vita, dall’altra mi dispiace vedere contro due fazioni di Montecatini, quando in realtà siamo tutti amici”.

Cosa ha lasciato questo binomio alla città e cosa l’Amministrazione può fare per migliorare l’aspetto organizzativo?

“Noi siamo consapevoli di aver creato un disagio alle società con la seconda partita a San Miniato piuttosto che a Montecatini. Questo perché il PalaTerme, ad oggi, è l’unica struttura in città che possa ospitare eventi di un certo livello. Le società comunque sapevano da sempre che di fronte ad un evento che avrebbe portato turismo e visibilità a Montecatini e alla Valdinievole avrebbero dovuto fare un passo indietro. Lavoro e turismo sono state sempre messe al primo posto dalla mia Amministrazione. Il problema è quello di avere un impianto unico, nonostante non ci siano stati problemi in tal senso durante la stagione, salvo rari casi. Sono certo che se avessimo un unico club saremmo tornati ad alti livelli. La mia speranza è quella che le due società un giorno possano unirsi. Questa divisione ha creato dei problemi organizzativi che nel tempo sono purtroppo emersi, proprio come è successo in questa finale. Insieme questa città avrebbe risorse, professionisti e identità adatte per un salto di categoria importante nella pallacanestro”.

 

Alberto Maria Cambuli
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