Il giovanissimo talento biancorosso si racconta tra NBA, Pistoia e la sua famiglia
La semplicità è uno degli aspetti che a volte ci sembra
negativo nel nostro vivere quotidiano, come se per fare grandi cose si debba
compiere gesti e azioni fuori da limiti e realtà. Eppure è proprio grazie alla
semplicità, la costanza e l'umiltà che si arriva ai grandi traguardi della
vita. Ed è per questo che oggi siamo in compagnia di un ragazzo semplice che,
tramite il lavoro e la famiglia, si è ritagliato uno spazio importante nella
pallacanestro dei grandi, continuando prestazione dopo prestazione a stupire
tutti con i fatti e l’impegno di un grande professionista. Stiamo parlando di
Joonas Riismaa: estone, classe 2002 e ala piccola titolare della Giorgio Tesi
Group.
Iniziamo subito facendo un punto sulla crescita esponenziale
della stagione di Riismaa. Il giovane biancorosso infatti si è preso la
titolarità al posto dell'ex Johnson, dimostrando sul parquet gli attributi di
un veterano e le giocate di un talento cristallino: “Penso che la gestione del
mio minutaggio sia stata buona sin dall’inizio del campionato. Ovviamente dopo
l’addio di Johnson il mio ruolo è cambiato all’interno del team. Prima dovevo
aspettare lo scarico all’angolino alla Klay Thompson, adesso invece gioco molto
di più con palla in mano e ho più libertà in campo. Sento quindi maggiore
fiducia da parte di tutti, sia il coach che i compagni mi fanno sentire
importante”.
Se tanto si è visto in questa stagione, tanto c'è ancora da
vedere. Il talento estone infatti non intende assolutamente accontentarsi ed analizza
gli aspetti del suo gioco in cui possa continuare a migliorarsi: “Credo di
avere ancora grandi margini di miglioramento. Penso di poter allenare maggiormente
le penetrazioni con la palla, dove ancora non sono perfetto ma anche sul
passaggio in corsa penso di poter fare molto meglio. Sul campo comunque
prediligo sempre la posizione da 3 dove sto all’esterno ad aspettare pronto lo
scarico di qualcuno dei miei compagni”.
Dal basket saltiamo alla realtà che ha consacrato Joonas nel
palcoscenico del basket professionistico: Pistoia. Ecco quindi tre aspetti che
il 25 biancorosso ama della città che lo ha accolto come un figlio sin dal
primo giorno: “La cosa che apprezzo di più di Pistoia è il fatto che sia una
città piccola e verde che mi ricorda la cittadina estone da cui provengo. Io
infatti apprezzo di più la quiete piuttosto che il trambusto e la confusione di
una grande città. La seconda cosa è sicuramente il PalaCarrara, che trovo davvero
super. Ho avuto la possibilità di giocare in tanti palazzetti e vedere tante
tifoserie ma il PalaCarrara e i suoi tifosi hanno qualcosa di unico ed è
sicuramente il posto migliore in cui abbia mai giocato. Per ultimo direi le
persone di Pistoia perché sono sempre state molto gentili con me. Per strada
spesso le persone mi riconoscono e mi salutano ma non sono mai troppo invadenti
e questa cosa la apprezzo molto. Mi fanno sentire molto importante e questa
cosa è molto bella per me”.
Ad arricchire una storia già di per sé fantastica, per
Riismaa è arrivata la convocazione in Nazionale maggiore. Un vero orgoglio che
il giocatore di Pistoia ha accolto così: “La chiamata in Nazionale è stato un
sogno perché è stato quello in cui ho sempre creduto e cercato di raggiungere
col mio lavoro. Mi ha emozionato anche il fatto che il mio lavoro sia
apprezzato anche in Estonia e sto facendo la cosa giusta. Dell’Estonia mi manca
la mia famiglia perché io mi sono trasferito qui insieme alla mia fidanzata che
è la mia più grande compagnia e il ricordo della mia terra. Diciamo che è
grazie a lei se sento meno la mancanza della mia terra e dei miei cari”.
Un sogno che va anche Oltreoceano e guarda ai giganti che
scorrazzano sui parquet più importanti del mondo: l'NBA. La curiosità quindi punta
il dito su quale possa essere per lui un punto di riferimento per la sua
crescita cestistica. “Io sono sempre stato un ‘Lakers boy’: mi sono sempre
piaciuti prima Kobe e poi Lebron - afferma l’esterno pistoiese - Devo dire che ho
un debole importante per Luka Doncic e per i Dallas Mavericks. È una squadra
dove sono transitati diversi europei come anche Nowitzki che ha fatto la storia
della franchigia e dell’NBA”.
Il passato è ciò che forma ogni essere umano. La storia
professionale di Joonas, quindi, si può riassumere nei nomi di Angella, Della
Rosa e Brienza. È con queste parole che il talento biancorosso ringrazia i suoi
allenatori del passato e del presente: “Tommaso è stato prima un compagno e poi
un allenatore a Montale. Lui mi dà sempre i consigli per avere fiducia sul
campo e mi fa capire che giocare per Pistoia è una scelta giusta e importante
per la mia crescita professionale. Luca poi è stato il mio allenatore storico e
mi conosce benissimo. È lui che mi consiglia le piccole cose in allenamento in
cui possa migliorarmi e fare quei piccoli step in più che si vedono partita
dopo partita. Nicola mi dà tutto sé stesso come farebbe ogni capo allenatore. Sicuramente
per me è una figura di riferimento importante per quanto riguarda i consigli
tecnici e di tattica che devo adottare in campo”
Non manca poi una nota simpatica sulla scelta del numero di maglia: “Il 25 è il primo numero che scelsi quando ero piccolo nella mia squadra. Non ha un valore in particolare ma mi piacque fin da subito e spero mi possa accompagnare fino alla fine”. Infine un giovane talento come Joonas ha sicuramente un modello vicino per il lavoro di tutti i giorni. L'estone va dritto al punto senza alcuna esitazione: “Io ho sempre guardato a Carl come giocatore super. Penso sia incredibile il lavoro che lui svolge fuori dal campo, dando una grandissima attenzione al suo fisico per essere così forte in campo. Penso che sia un aspetto incredibile, da cui io voglio prendere spunto: ovviamente so benissimo che sia un lavoro che verrà piano piano col tempo ma voglio essere pronto a imparare fin da subito. Carl ha il pieno controllo del suo fisico e nella pallacanestro è uno degli aspetti che conta di più”.
La storia di Joonas fa riflettere perché ci insegna come talento e fisico non bastino al raggiungimento dello scopo. Serve di più. Serve la costanza di un ragazzo che già a 20 anni ne dimostra 50 per maturità e lavoro. Serve l'umiltà di un talento che sa da dove viene ed è consapevole di dove voglia arrivare senza esaltarsi troppo. Serve la grandezza di una persona che prende la vita al volo, l'accarezza e la cestina dall'arco dei 3 punti. La carriera di Joonas è solo all'inizio e il futuro è tutto dalla sua parte, certi che prima di un giocatore glaciale, ci sia una persona semplice e vera al di là delle grandi prestazioni sul parquet.
Foto di repertorio di Alessio Giuntoli
