Sono stati anni difficili per il Partito Democratico, dove
si sono susseguiti leader e voci diverse nel coro. Sembra ieri quando Matteo
Renzi tentava invano di tornare al Governo del Paese dopo il fatidico
Referendum Costituzionale da lui voluto e le conseguenti dimissioni del 2016,
sembra ieri quando alla guida dei Dem saliva Nicola Zingaretti, una folata di
vento che ha lasciato pochissimo alla causa del partito, infine, sembra ieri, l’approdo
dell’ex Primo Ministro Enrico Letta. Si può quindi definire un vero e proprio
travaglio quello attraversato dai democratici, che alla fine sembra aver
trovato una stabilità importante sia sul piano ideologico, sia su quello
programmatico, nonostante molte incertezze anche negli ultimi mesi. Non è passata
certo inosservata la doppia alleanza di agosto: di Governo con Azione di
Calenda e +Europa di Bonino, elettorale con Alleanza Verdi Sinistra di Bonelli
e Impegno Civico di Di Maio. Dopo l’uscita roboante dell’ex Ministro dello
Sviluppo Economico, il Partito Democratico ha iniziato però ad avere una
marcatura decisamente più chiara sul progetto per il futuro e sulla
ricomposizione delle fondamenta del partito. Una visione che si può definire
progressista, attenta agli ultimi, ponendo al centro l’annoso tema della
transizione ecologica attraverso una politica di energie rinnovabili che creano
non solo la base per il futuro dell’indipendenza energetica del Paese, ma anche
uno sviluppo economico e sociale che manca da tanto, troppo tempo al Paese, per
rimanere al passo con gli altri Stati dell’UE e del’ONU. I Dem alla guida di
Letta si sono quindi impegnati durante la campagna elettorale per ripartire
verso una visione nuova, legata ai diritti degli ultimi e contrapposti, senza veli,
ad un Centrodestra visto come una minaccia, più volte attaccato nel proprio
programma per queste elezioni del 25 settembre. A fare il punto sui vari temi
del PD è stato il candidato al plurinominale di Pistoia, Prato, Mugello, Lucca
e Massa, Marco Furfaro: dal piano energetico, passando per il confronto con il
Centrodestra sul piano ideologico, giungendo sino ai diritti civili.
Primo punto sul taccuino di tutti i partiti politici è il
tema che concerne il piano energetico. Da che parte si schiera il Partito
Democratico? Pro o contro i rigassificatori? E il nucleare di quarta
generazione? Quali alternative ha l’Italia per rimettersi in moto? Questa la
spiegazione chiara del candidato Furfaro: “Dobbiamo recuperare anni perduti in
cui la politica non ha saputo essere al passo con la transizione ecologica come
il resto d’Europa. Nonostante ciò con il solare abbiamo fatto dei discreti passi
avanti. Le necessità per il breve termine sono molte: a livello europeo si deve
stabilire un tetto al prezzo del gas, a livello nazionale invece bisogna
stabilire un tetto per il consumo dell’energia elettrica, dove, oltre una certa
soglia, se ne incarica lo Stato. Questo è necessari per salvare famiglie e
imprese affinché non si causi una tragedia sociale ed economica per il Paese.
Abbiamo proposto dei crediti di imposta per compensare gli extracosti delle
ultime settimane e il ‘contratto di luce sociale’ per andare incontro alle
esigenze di quelle famiglie che hanno una bassa soglia di reddito, facendo
pagare la bolletta totalmente allo Stato. Oltre a questo dobbiamo cercare di
creare soldi nelle tasche degli italiani, ovvero un salario minimo per coloro
che hanno redditi molto bassi e una mensilità in più per chi lavora, così da
aumentare gli stipendi delle persone insieme all’aumento del caro vita.
Centrale è poi il tema che riguarda la produzione di energia. Molti
schieramenti politici parlano di nucleare senza rendersi conto che non è
possibile andare verso questa direzione per tante motivazioni: dalla
geopolitica complicata del nostro Paese, ai lunghissimi tempi per la creazione
di tali strutture, il costo molto elevato e l’apertura troppo lontana. Questo
non se lo può permettere né l’ambiente, né i cittadini ma nemmeno la
democrazia. Lo sviluppo e l’investimento sul rinnovabile infatti farebbe in
modo che il Paese viaggi verso un’idea di indipendenza energetica. Inoltre le
aziende che lavorano di più sono proprio quelle che hanno fatto investimenti
sull’energia pulita come pannelli fotovoltaici o solari, permettendo così di sopperire o coprire il peso delle tasse sull’energia. Noi stiamo cercando di
incentivare questo processo non solo nelle aziende ma anche tra le famiglie,
proseguendo quindi con un processo così utile a tutti, dall’ambiente alle
bollette. Dobbiamo continuare ad investire sul rinnovabile per far sì che le
nuove aziende vadano nella direzione del rinnovabile, portando così anche tanto
lavoro dove stimiamo di arrivare a mettere a disposizione fino a 500.000 posti
di lavoro”.
Il PD mette insieme nel suo programma la transizione
ecologica con quella digitale, accomunando due facce della stessa medaglia che guardano
attentamente non solo allo spreco delle materie concrete e reali ma anche a
quelle di spazio e tempo per cui, ottimizzandole attraverso un efficiente
lavoro di organizzazione online, potrebbero portare ad una semplificazione di
tati aspetti della vita di un cittadino. “Oggi pensiamo che tutto ciò che si
ricerchi online è sotto forma di pubblicità - ha dichiarato Marco Furfaro -
Questo significa che non siamo protetti né noi né i nostri dati, andando così a
privilegiare le grandi multinazionali che in qualche modo sfruttano le nostre
necessità. La pubblica amministrazione vedrà un milione di persone andare in
pensione e questo ci fa aprire un importante punto di domanda sull’impiego dei
nostri giovani; digitalizzare il Paese vorrebbe dire creare nuovi posti di
lavoro per loro e andare in una direzione dove si facilitano tanti
passaggi della vita quotidiana. Avere un biglietto unico per i servizi
pubblici, ad esempio, faciliterebbe non di poco la possibilità di viaggiare ad
una persona, sui vari mezzi e in vari orari, rendendo più efficiente sia
l’acquisto del biglietto che il tempo impiegato dall’acquirente. Così la vita
del cittadino migliorerebbe ulteriormente, lasciando più tempo a disposizione
per cose dove la presenza è necessaria. Estendere comunque questo modello anche
sul lavoro comporta un minor numero di ore impiegate da parte del lavoratore e
una produzione più efficiente dello stesso. Dobbiamo cercare di creare
infrastrutture e posti di lavoro per far sì che la transizione digitale possa
essere messa in atto. Il tema di oggi infatti non è più quello di dover
lavorare di più, bensì creare processi per cui si facilita il lavoro delle
persone attraverso questo processo di transizione digitale: lavorare più
efficientemente senza premere sul cittadino. Questa è una delle sfide
fondamentali del futuro che la politica deve perseguire”.
Di fronte al tema sanità, altra questione annosa del Paese,
Furfaro ha espresso in maniera convinta le posizioni del Centrosinistra,
evidenziando la pericolosità di alcune idee degli avversari politici, una su
tutte quello che riguarda l’appoggio agli organismi privati a discapito di
quelli pubblici. Così Furfaro cerca di tracciare la linea del suo schieramento:
“Alcune proposte di altre coalizioni sono fuori dal mondo. Il Covid non ha
insegnato niente ad alcuni dei nostri politici. La pandemia ha commesso
maggiori danni nei posti in cui era diffusa la sanità privata a discapito di
quella pubblica. Si veda quello che è successo in Lombardia. È fuori dal mondo
sentire parole come quelle di Giorgetti che affermano ‘i medici di base non
serviranno più’. Il tema è opposto: ne servono di più e con loro bisogna
coprire tanti luoghi del nostro Paese che oggi non hanno assistenza, come in
montagna o località simili. Il Centrodestra non cita mai nel proprio programma
il sistema sanitario nazionale invece parla spesso di sanità privata: abbiamo
due visioni radicalmente opposte. Noi vogliamo assumere e investire nel
pubblico affinché ognuno abbia il diritto, dagli anziani ai bambini, di poter
avere libero accesso alla sanità. La pandemia ha fatto emergere dati
importanti, per i quali i problemi più grandi sono emersi laddove abbia
primeggiato il privato sul pubblico e questo dovrebbe far riflettere; gli
ospedali e le strutture si sono trovate in una situazione di piena emergenza a
causa di un sistema che non era stato sviluppato a dovere, privilegiando solo
chi potesse permettersi delle cure private”.
Un altro aspetto in cui Centrodestra e Centrosinistra non
convergono assolutamente è quello che riguarda i fondi del PNRR, dove i primi
sono molto scettici su fondi che erano destinati a ben altri scopi, poiché
pensati in tempo di pandemia, rispetto ai bisogni primari che le nuove vicende
internazionali, guerra in Ucraina su tutte, hanno fatto emergere. La posizione
della Sinistra invece? Furfaro riassume in questo modo: “Questi fondi sono
fondamentali e vanno ad inserirsi in un programma europeo a cui noi aderiamo e
appoggiamo senza remore e che, invece, il Centrodestra vuole combattere e
opporsi. Loro prendono in giro le persone dicendo di voler cambiare i fondi del
PNRR perché questo è possibile soltanto, secondo la legge, per circostanze
oggettive che rendono irrealizzabile un progetto da noi presentato all’Ue e che
siamo tenuti a mantenere. Non si può quindi ragionare in questi termini, soprattutto
da chi si è sempre scagliata contro le decisioni del Parlamento europeo e del
PNRR stesso. Voler cambiare questo piano, oltre ad essere demagogia,
significherebbe minacciare seriamente l’arrivo di questi soldi che, oggi, sono
fondamentali per rimettere in moto il nostro Paese e che permetterebbero di
aiutare la povera gente”.
Molta della campagna elettorale made in PD ha fatto emergere
un’opposizione netta nei confronti dei partiti di Meloni, Salvini, Berlusconi e
Lupi. Anche nel programma sono emerse fuori delle frecciate per niente velate
alla coalizione opposta a quella guidata da Letta, facendo sembrare gli
avversari politici come una vera e propria minaccia per il Paese. Cerca di fare
chiarezza quindi il candidato alla Camera Furfaro: “Per noi il Centrodestra è
un pericolo perché accetta una sola linea politica, dimostrandolo anche stando
al Governo, quella di descrivere i problemi servendosi di un capro espiatorio
per mettere gli ultimi contro sé stessi. Io sono toscano anche se il mio
cognome non è ‘doc’; quando nascevano fenomeni come la Lega prima sono stati
presi di mira i meridionali, poi gli albanesi, anche i rumeni, adesso i
migranti, rom e stranieri in generale, trovando sempre qualcuno a cui addossare
la colpa. Mentre le persone sono lasciate litigare tra loro, la classe
dirigente della destra brinda con gli champagne. Parlano degli argomenti dei
poveri per aggravarli ulteriormente, uno su tutti è la Flat Tax, l’illusione
che tutti pagheremo meno quando un operario o un impiegato, in realtà,
arriverebbero a pagare quanto prima, mentre una persona più potente arriverebbe
a pagare perfino meno. Questa è la loro idea di società: arricchire chi lo è
già e lasciare alla canna del gas chi invece si trova in difficoltà. Noi
abbiamo sempre viaggiato in direzione contraria, guidati da un’idea di società
che guarda all’uguaglianza e a sostenere chi sta peggio”.
A proposito di Flat Tax, è evidente che l’Italia stia
attraversando un periodo per nulla roseo a livello dei portafogli sia dei
cittadini che per le imprese. La posizione della Sinistra a riguardo si scosta,
anche qui, dal modello degli avversari, Matteo Salvini su tutti. “Non è
difficile capire che ci sia un’urgenza di mettere soldi nelle tasche degli
italiani - ha iniziato chiaramente Marco Furfaro - Nel nostro Paese ci sono 4
milioni di lavoratori che percepiscono buste paga da 1000 euro lordi al mese, meno di 5 euro l’ora. Solo questo dato
ci fa capire come ci sia necessità di introdurre un salario minimo, per noi
quindi è primario togliere le tassazioni sul lavoro, per le partite IVA.
Dobbiamo altresì provare a creare ricchezza nelle tasche degli italiani
attraverso un sistema di tassazione che sia meno gravosa per chi ha meno, non
la flat tax che porta esattamente la soluzione opposta. Ci sono persone che
pagano tasse altissimi e società che invece speculano e si arricchiscono
all’infinito”.
Infine il tema sui diritti civili. Non sono molti i
programmi in cui si parla chiaramente dei diritti agli LGBTQUI+, legalizzazione
della cannabis, parità di genere, eutanasia e quant’altro. Il Centrosinistra
invece su questo sembra avere le idee chiarissime e Furfaro esalta così le
proposte sul tavolo dei dem: “Non è lo Stato a dover determinare chi tu debba
amare o con chi tu debba stare. Non possono decidere loro per tutte le persone:
ognuno deve essere ciò che vuole. Non si deve portare avanti una politica del
pregiudizio perché crea solo barbarie. Il Centrosinistra non appoggerà mai le
teorie come quelle di Orban in Ungheria dove si pronunciano frasi come ‘le
donne vanno troppo al lavoro’. Questo non esiste per noi e pensiamo che le
persone debbano decidere ciò che vogliano e lotteremo affinché i diritti di
queste persone vengano riconosciuti. Trovo aberranti le parole di Giorgia
Meloni quando tratta i diritti civili come concessioni del sovrano: questi sono
invece riconoscimenti di lotte di persone che si sono tolte delle catene
pesanti. Questi sono importanti perché si intrecciano fortemente con quelli
sociali. Gli LGBTQI+ e le donne stesse sono prese di mira nei posti di lavoro e
subiscono violenze per il loro essere. Inoltre, se vogliamo dirla tutta, a
crescere nel mondo sono statisticamente gli Stati che hanno riconosciuto i
diritti a queste categorie di persone, facendo così cadere una retorica
insopportabile che i diritti non creino ricchezza. Le scuse sono inaccettabili
e il Centrosinistra si batterà affinché i diritti di queste persone vengano
riconosciuti”.