PISTOIASETTE

Villa Argentina, puro liberty nel cuore di Viareggio

All' angolo fra Via Antonio Fratti e Via Amerigo Vespucci, al civico 44, nel cuore pulsante di Viareggio, si staglia un vero e proprio gioiello, rappresentante verace dell'architettura liberty e del linguaggio modernista del Novecento: Villa Argentina. Un edificio databile intorno al 1926, dalla storia complessa, ha subìto anche cambi di destinazione e che vede la luce in una città che si affacciava timidamente al turismo, per mano di Francesca Racca Oytana, di origine argentina e che presentò il primo progetto per la realizzazione di stanze di servizio e un garage e che, successivamente, riguardò anche il terreno limitrofo per evitare il nascere di una struttura commerciale-residenziale che avrebbe relegato ad una posizione angusta l'intera villa. La costruzione si dipana su tre livelli comprensivi di una meravigliosa terrazza e un piccolo giardino ancora oggi testimone dell' amore per il Sud America, con piante di Erytrine-Crista-Galli, il cui fiore, di un rosso acceso e intenso rappresenta il simbolo dell' Argentina. L' ingegner Alessandro Lippi l' artefice del primo start del progetto di ampliamento della villa, Josefina Racca, colei invece che fu in grado di portare avanti l' idea iniziale della madre, con significative migliorìe quale il vasto apparato di ornamenti esterni, realizzato con piastrelle per opera di Galileo Chini, pittore, decoratore e ceramista di una casata d' artisti mugellesi. Stile Art Nouveau che non tradisce la puntuale e minuziosa conoscenza del patrimonio artistico fiorentino. La sala al piano terreno ospita invece il ciclo pittorico "Matrimonio Persiano" di Giuseppe Blasi; la cosiddetta Sala degli Stucchi, probabilmente la più preziosa dell' edificio, dove oggi vengono celebrati matrimoni e unioni civili, ospita questa disarmante tela, originariamente facente parte di un trittico, commissionata all' artista dalla baronessa Josefina che voleva ricostruire una scenografia ideale per le sue feste in costume. Una Villa che oggi vive di una bellezza personale, sapientemente restaurata in ogni suo aspetto, custode di meravigliosi e originali pavimenti in marmo nero e graniglia ma che si è prestata, nel corso degli anni, a struttura alberghiera e successivamente ha conosciuto degrado e abbandono fino al 2001, anno in cui la Provincia di Lucca l' ha acquisita trasformandola in un vero e proprio Palazzo della Cultura in grado di vivere tutto l' anno quale teatro di importanti mostre, eventi e incontri culturali. Un recupero lungo a livello temporale, un impegno importante da un punto di vista economico che oggi la riporta all' antico splendore di un tempo. Questa "dimora" di fronte alla Pineta di Ponente vale senza ombra di dubbio una visita, peraltro attualmente gratuita.
Francesca Valleri
Francesca Valleri

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