Inizia l'avventura fra le famiglie imprenditoriali che hanno dato impulso all'economia pistoiese: la Vannucci Piante
Erano gli
albori dell’ortovivaismo a Pistoia e, alcuni prima di altri, fra gli
agricoltori dei primi anni del XX secolo capirono, che ci poteva essere una
strada diversa e più remunerativa per coloro che avessero saputo sfruttare le
potenzialità del territorio e dei terreni di proprietà. Antonio Vannucci fu uno
di questi, sì il bisnonno di Vannino Vannucci, fu colui che spianò la strada, prima
imparando come dipendente nell’azienda Capecchi, poi con le sue proprietà,
partendo con il primo e coraggioso investimento in un piccolo pezzo di terra
allo Sperone, per arrivare a quella che adesso è una delle realtà del settore
più grandi e famose, non solo nel panorama nazionale ma anche in quello
internazionale. Si è parlato poco di
questo signore, dando molto più spazio a Vannino senior rispetto al padre di
questi, ma tanto per rimanere in tema, è stato lui a tracciare il solco.
Vannino senior ha continuato e iniziato la produzione ortovivaistica e dato
l’input successivo per poi passare idee, passione, impegno e amore per il mondo
delle piante al figlio Moreno che “Ha lanciato il pianeta Vannucci Piante verso
il futuro dell’attività, standardizzandola, organizzandola con la logistica, la
prima filiera (diceva fra le altre cose che se la filiera funziona si crea più
prodotto, più qualità, più vantaggi per tutti, una mentalità per il tempo e,
uno spirito altruistico sicuramente lungimirante), creando le prime
infrastrutture, costruendo i primi percorsi di collegamento attraverso le
superfici di lavorazione, pur non essendo il primo a produrre le piante
in vaso a Pistoia, anticipato in quei tempi da Loriano Baldacci” ci informa Vannino
Vannucci – “l’ha trasformata però a
livello industriale, aprendola a nuovi criteri tecnologici, creando le premesse
per un moderno ortovivaismo aperto e proiettato anche all’estero ed al futuro.
I suoi viaggi in Europa, Stati Uniti, Giappone, gli hanno permesso di allargare le conoscenze, studiare nuove tecniche,
nuovi sistemi di gestione. Il tutto unito ad una visione di impresa molto più
avanti rispetto ai tempi. La sua capacità inoltre nel saper coinvolgere forze
sempre più adatte al suo concetto industriale del settore, cercando di
apprendere e dare ai suoi collaboratori non solo le competenze acquisite ma
anche quell’entusiasmo necessario per la riuscita di un'impresa”, e quell’amore verso il lavoro che lui stesso aveva, aggiungiamo noi, sono state le spinte
vincenti per la creazione di un top brand nel settore. “Ma chi lo ha conosciuto
giura che mio padre avrebbe potuto essere vincente anche occupandosi di altro”
prosegue Vannino. Fu anche uno dei primi a credere nell’attività
associazionistica, molto importante per i successi futuri del settore. Un
percorso comunque difficile, a volte duro, una macchina a cui occorrevano abili
conduttori e su cui, come era stato fatto con lui e prima di lui, ha fatto
salire a bordo il proprio figlio preparandolo piano piano, addirittura già
durante il percorso scolastico “Avevo soltanto 14/15 anni quando venivo a
muovere i primi passi all’interno dell’azienda, a carpire i primi segreti,
masticavo allora già qualche parola in inglese e francese” mi sussurra con
orgoglio Vannino, trasmettendogli i giusti principi formativi: Vannino appunto,
è di lui che stiamo parlando adesso e, siamo ai giorni d’oggi, ma tanta strada
davvero da allora, proseguita con la spinta dei cento ettari acquistati a
Piuvica, sede centrale tuttora dell’impresa, vero cuore della ‘governance’ nella Vannucci Piante . Il capitano adesso è Vannino, lui il timoniere di una nave
che ha attraversato anche mari tempestosi e tuttora, vista la pandemia, la sta
attraversando come tutti contro vento. Ma non ha mai mollato, sempre puntando
sul proprio lavoro e sulle idee, non c’è orario per Vannino Vannucci, la sera
lo si può trovare in ufficio fino a tarda ora come era per suo padre, per cui
ogni momento era buono per dedicarlo alla sua azienda. Sacrificio, impegno,
dedizione e…amore per quello che faceva e per quello che facevano i suoi dipendenti, che non
ha mai abbandonato, ricordando sempre che sono uomini prima che suoi
collaboratori e che hanno famiglie alle spalle; mai un giorno di cassa integrazione
o altro a causa dei momenti difficili e ce ne sono stati: non solo oggi il
Covid, ma come ricorda Vannino “Nemmeno durante le grandi gelate dell’85/86 che misero in
ginocchio l’ortovivaismo pistoiese, neanche allora la Vannucci Piante lasciò a
casa nessuno”. Altre volte lo abbiamo avvicinato, perché della sua azienda e di
lui si conosce molto, ma il brand Vannucci è un marchio sempre in continua
evoluzione al di là delle attività legate alla specifica produzione, 3.000
specie di piante, presenza in 60 mercati di tutto il mondo. Per questo lo
abbiamo ancora incontrato e cercato di conoscere altri aspetti di lui e dei
suoi interessi. La sua passione per la Pistoiese è arcinota, il suo
coinvolgimento va oltre la più che ventennale sponsorizzazione, spesso sconfinata anche nell’aspetto logistico
e infrastrutturale. Ma su un punto non ha mai dato adito a strumentalizzazioni,
dubbi o fraintesi: nella gestione diretta attraverso il suo ingresso in
società, mai e, questo nonostante l’opinione pubblica spesso lo abbia tirato in
ballo. Motivazioni personali che fanno parte della sua sfera di uomo e di
imprenditore che vanno rispettate. Comunque anche per il suo marchio le
presenze a fianco di iniziative sociali, di società sportive, di manifestazioni,
si sprecano. Sul piano culturale, per lui dobbiamo citare la presenza a
sostegno del premio teatrale “Pistoia: una città per il teatro”, che ha
consegnato negli ultimi anni i riconoscimenti ad attori come Imparato,
Guerritore, Haber, ed a registi come Emma Dante. Dobbiamo riconoscergli anche
il grande merito di aver fatto diventare il Nursery Campus crocevia di incontri
sociali, economici e culturali. Questo, non solo dovuto alla grande risonanza ed
importanza che ha raggiunto il Memorial Vannucci, ogni anno in grado di
raccogliere intorno a sé le famiglie imprenditrici pistoiesi e anche grandi
capitani d’impresa o rappresentanti del mondo economico nazionale, come è
successo quest’anno per Carlo Cottarelli o negli anni passati con Giuseppe
Lavazza, Oscar Farinetti, ma anche per le visite di rappresentanti del settore
che settimanalmente vengono ad incontrare al Campus i suoi tecnici ( dalla Cina,
Turchia, ecc.). Lo
dimostrano ancora gli apprezzamenti unanimi di importanti esponenti della
grande politica ed impresa nazionale, come ad esempio Silvio Berlusconi, che è
uno dei suoi ultimi e più affezionati clienti. Il Nursery Campus, appunto,
evidente esempio di come gli aspetti legati allo studio, all’incontro di idee,
allo scambio di esperienze e conoscenze volte alla crescita non solo del
vivaismo ed alla sua sostenibilità ambientale, ma ad un percorso di crescita
generale, dimostrano come essi siano centrali per l’uomo ed imprenditore Vannino
Vannucci, che sollecitato sulla sostenibilità ambientale dichiara: “La
produzione va verso l’utilizzo sempre minore di agenti chimici disinfestanti e noi abbiamo già iniziato, ad esempio, attraverso le attività nel nostro vivaio
pilota a Valenzatico, a trattare le piante in vaso ricoprendole di apposita
pacciamatura e quini non bisognose di trattamenti diserbanti. Inoltre i terreni
circostanti sono preparati apposta perché non vi cresca l’erba. Queste
innovazioni, fra cui il ricircolo delle acque, sommate a nuovi prodotti allo
studio dell’industria chimica ci permettono già adesso, ma soprattutto in un
prossimo futuro, di essere sempre meno impattanti sul nostro territorio. Perciò
pazienza e fiducia”. Altra testimonianza dell’attenzione di Vannino Vannucci
alla crescita culturale è la creazione
di una biblioteca, posta all’interno del Campus e intitolata alla madre Franca.
Già la madre Franca, altra persona molto importante per I Vannucci e per
l’azienda: figura silenziosa , ma sempre presente davanti e dietro le quinte.
In ufficio ad occuparsi della contabilità e poi a casa a curare l’aspetto
domestico e sovrintendere a tutti gli aspetti che riguardavano la famiglia.
Sicuramente un’altra presenza forte come quella di Moreno Vannucci. E poi la
sorella Monica anche lei pronta a sostenere professionalmente l’attività
familiare. Abbiamo conosciuto perciò un Vannino Vannucci proiettato non solo
nel mondo del verde ma in quello più globale che riguarda quello della società
e dei suoi aspetti culturali ed economici. Nel suo cammino, sempre, si è evinto
l’importanza dell’impronta paterna sulle sue scelte e, umanamente, pienamente
condivisibili gli accostamenti frutto dell’ammirazione e gratitudine verso il
padre Moreno, con le tantissime tracce a lui dedicate, come il già citato
Memorial o ad esempio il vino che porta il suo nome. Infatti i più non conoscono
il piccolo angolo che nella sua vita Vannino Vannucci ha dedicato alla
viticoltura, anche se a livello molto privato e di passione personale,
intitolando un vino appunto al padre Moreno. Adesso quel lontano solco
tracciato nei primi anni del ‘900 è diventato una vera e propria strada
spianata, ma con ancora tanti ostacoli; per superarli molto probabilmente la
storia avrà bisogno domani di altre idee ancora e di altri protagonisti, per
questo, come è accaduto per Vannino e Moreno prima di lui, gli uffici di
Piuvica aspettano i suoi figli Valentina e Tommaso, se lo vorranno. La scuola
della Vannucci Piante è aperta e...li attende con fiducia!